domenica, novembre 27, 2016

Ore a scuola per ragazzi con diagnosi di DSA

Cara Mary, in nove ore puoi fare davvero poco. O tanto?

Sei in una situazione pessima. Hai ragazzi che sono lì da te controvoglia, perché la stessa tua presenza comunica loro un fatto che li fa terribilmente soffrire, e al quale non vorrebbero pensare: hanno delle difficoltà scolastiche, fanno fatica a fare quello che ai loro amici (confronto sociale) risulta, ai loro occhi, facile.
Inoltre sono lì con te perché gli è stato detto che il loro cervello è diverso da quello degli altri. E per essere sicuro che fosse chiaro a tutti questa presunta diversità (che sentono come una inferiorità) è stata pure stigmatizzata, etichettandoli "casi", "DSA", o con quei codici astrusi che indicano la "malattia" dalla quale non si può "guarire" che loro sentono ormai di avere.

Non penso quello che ho scritto. Sto solo provando a mettermi nei loro panni.

Destruttura questi pensieri con loro. Dì loro che il cervello è plastico, tutti i cervelli sono plastici. La scienza ci dice questo. Che le loro difficoltà derivano al 99% dei casi dalla loro storia, dai cattivi insegnanti che hanno incontrato, dalla materna alle medie, passando per le fondamentali elementari. Che le loro difficoltà derivano nel 99% dei casi dalle cattive abitudini mentali che hanno preso senza accorgersene, che non sono stati aiutati a riconoscerle e cambiarle.
Di loro che le abitudini sbagliate si cambiano, che si riesce pure a smettere di fumare se si vuole, e si può riuscire a studiare ogni materia (se viene insegnato loro il modo giusto per farlo).

Di loro che le etichette di DSA sono un modo sbagliato di gestire le loro difficoltà, perché poi si convincono di non poter fare, e quindi non fanno.

Dì loro che il loro cervello, in età evolutiva, migliora le proprie prestazioni ogni giorno che passa, diventa più veloce, più capace, che le cose difficili un tempo possono risultare facili ora, che è così PER TUTTI, anche per quelli "bravi" che sicuramente invidiano (ma non lo ammetteranno).

Di loro che sono capaci. Che molte diagnosi sono sbagliate, che c'è una tremenda sovradiagnosi, che in fondo anche se le diagnosi fossero giuste, NON CONTANO NULLA.

Racconta loro dei bambini dell'esperimento di Rosenthal (effetto Pigmalione), diventati primi della classe perché estratti a sorte dal ricercatore, che disse della loro (inventata) genialità alle loro insegnanti.

Soprattutto ascoltali. Se parli dei cattivi insegnanti ti racconteranno le loro terribili storie delle elementari. Ti inonderanno di storie. E si riconosceranno a vicenda.

Ascoltali.

Metti in dubbio le loro brutte convinzioni. Sui DSA la scienza non ha certezze. L'unica certezza è che il cervello è plastico, e che possono imparare qualsiasi cosa.

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