lunedì, giugno 22, 2015

TINA O MARIA?

Quando capita di discutere di scuola tra genitori e/o tra insegnanti, quasi nella totalità dei casi si presentano sempre due posizioni stereotipate: chi rimpiange la scuola di una volta, che bocciava senza pietà, tutta ripetizione libresca e disciplina (ma che permetteva anche ai più bravi tra i figli del popolo di emanciparsi), e la scuola di oggi, tutta ignoranza, lassismo e offerta formativa, supini allo studente-utente-cliente, scuola che però cerca, almeno a parole e senza riuscirvi, di non lasciare indietro nessuno, per garantire non solo il diritto all'istruzione, ma quello che oggi viene ridenominato, in bislinguaggio, "il diritto al successo formativo".

Come insegnante e come genitore sono molto amareggiato che questa sia l'alternativa, o meglio, che al di fuori di tali posizioni entrambe evidentemente perdenti, non ci sia nessuna alternativa credibile (TINA appunto).

Se queste sono le uniche scelte possibili, allora chi persegue giorno dopo giorno lo smantellamento della scuola pubblica ha già vinto, e la scuola pubblica ha gli anni contati. Nell'uno o nell'altro senso la scuola pubblica troverà via via sempre meno difensori, spostandosi l'opinione pubblica a favore della galassia delle scuole private (dalle cattoliche alle libertarie, dai diplomifici all'homeschooling improvvisato), dove ogni orientamento ideologico trova sfogo, dove c'è posto per tutti (quelli che possono pagare).

Tutto naturalmente in barba all'articolo 3 della nostra bistrattata costituzione, che prescriverebbe (sic), nel suo secondo e fondamentale comma, che...

...E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Moltissimi dimenticano che scuole "di una volta" che non lasciano indietro nessuno, che garantiscono il successo formativo senza trasformare la scuola in un progettificio, e che trasferiscono efficacemente le conoscenze alle giovani generazioni, esistono.

Queste scuole "di una volta" sono tra l'altro un'invenzione tutta italiana, ne esistono oltre 20.000 attive nel mondo, e le frequentano spesso i figli dei ricchi, dei ricchi per davvero. Il governatore Mario Draghi ad esempio, ne ha frequentato una in Italia.

Negli USA i fondatori di Google, di Wikipedia e di Amazon vengono  definiti dai giornali, con una non proprio lusinghiera associazione di idee , "the Montessori mafia", avendo frequentato scuole di "origine" italiana.

Sto infatti parlando delle scuole inventate oltre 100 anni fa a Roma da Maria Montessori.

In Italia le scuole Montessori le chiuse il fascismo (quasi tutte). E già questo dovrebbe essere considerato un punto a favore. La libertà alla quale sono ispirate, la loro capacità di formare cittadini liberamente e criticamente pensanti, non doveva piacere all'epoca, e non sembra piacere neppure ora.

Nelle scuole Montessori non sono previsti né voti positivi né bocciature. Però all'uscita da una buona scuola Montessori i bambini sanno di più. Questo "miracolo" avviene tra le altre cose iniziando presto la scuola (meglio se almeno dai tre anni), e soprattutto aiutando giorno dopo giorno i bambini a diventare autodidatti, protagonisti attivi e consapevoli della propria autoeducazione.

Le scuole Montessori sono apprezzate in tutto il mondo, e invece in Italia sembriamo essercene dimenticati.

martedì, giugno 02, 2015

Valutazione scientifica del metodo Montessori

Nei file qui disponibili una rassegna dei principali studi scientifici sulla validità del metodo Montessori. 

Qui il PDF complessivo della conferenza avvenuta lo scorso autunno a Formigine (Modena) con le spiegazioni in italiano fornite dal relatore.

Qui invece i link agli articoli scientifici originali: 
Aggiungerò altri articoli appena avrò tempo... :-)

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